
Fonte: dhakatribune
La moschea Sixty Dome, nota anche come Moschea Shait Gombuj o Saith Gumbad Masjid, si trova a Bagerhat, circa a 200 km dalla capitale del Bangladesh, Dhaka. La moschea Sixty Dome è considerata la Grande Moschea Congregazionale di Khan Jahan Ali che ha predicato l’Islam ed ha avuto il privilegio di costruire più di una dozzina di moschee in quest’area durante il regno del sultano Nasiruddin Mahmud Shah. La costruzione della moschea iniziò nel 1442 e venne completata 17 anni più tardi, nel 1459. E’ stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’organizzazione delle Nazioni Unite (UNESCO).
Il nome “Shait Gombuj” o “sessanta cupole” è fuorviante. La moschea presenta ben 81 cupole: 70 cupole circolari sulla sala di preghiera, sette cupole di tipo chauchala sulla navata centrale e quattro cupole sulle torri angolari. La volta chauchala di questa moschea è il primo esempio di riproduzione del tetto di bambù rurale in un tetto a volta in muratura.
La moschea ha una sala di preghiera di forma oblunga. L’aula è suddivisa internamente in sette campate e undici navate. La navata centrale è più ampia e più alta delle navate laterali. Il muro orientale è costituito da una fila di undici aperture ad arco a sesto acuto, mentre ciascuna delle pareti laterali ne possiede sette. Il tetto della moschea si presenta come il tetto di una capanna e questo indica che probabilmente è stato ricostruito in un secondo momento.
Si pensa che il nome bengalese della moschea “Shait Gombuj Masjid” non derivi dal numero delle cupole (77), ma dal numero dei pilastri portanti (60). Con questo si potrebbe affermare che il nome originale della moschea fosse shait (60) khamba (“pilastro” nel dialetto locale). Nel corso del tempo, questo khamba potrebbe essere stato confuso con gombuj (“cupola”).

Fonte: Archnet
Recentemente l’interno e l’esterno della moschea sono stati completamente modificati. Il frontone triangolare posto sopra l’ingresso centrale è stato rimosso; il pavimento ed i pilastri in pietra autoportanti sono stati ricoperti con intonaco su mattoni dalla Direzione dell’Archeologia del Bangladesh, custode ufficiale dei beni culturali e del patrimonio mondiale. I famosi o notevoli 60 pilastri di pietra indipendenti sono ora irriconoscibili, i nuovi pilastri più ingombranti fanno sembrare lo spazio interno più congestionato. L’esterno della moschea è privo di intonaco e ornamenti. Tutti gli ingressi sono incassati in una cornice rettangolare e presentano modanature rialzate in laterizio con motivo geometrico in cotto.
Mi chiamo Tonne Teresa Cruze e sono nata a Dhaka in Bangladesh il 9 settembre 1997. Sono una studentessa del corso di laurea triennale Lingue e Culture Comparate all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Le mie lingue di studio sono inglese e cinese. Ho voluto svolgere il mio tirocinio presso l’associazione Sakshi perché come loro anch’io vorrei far luce e dar voce alla cultura dell’India, del Bangladesh e dei suoi paesi confinanti.