
Prima dell’Indipendenza del Bangladesh, il Pakistan era diviso in due parti, est e ovest, che erano separate da circa 1.000 miglia. Mentre il Pakistan orientale comprendeva principalmente la parte orientale della provincia del Bengala, il Pakistan occidentale abbracciava quattro province: Punjab, Sindh, Belucistan e la frontiera nord-occidentale. La quinta provincia era il Pakistan orientale.
Dopo la Partizione dell’India avvenuta nel 1947, il Pakistan orientale e occidentale erano rimasti uniti a causa della loro religione, l’Islam. Nel Pakistan occidentale i musulmani rappresentavano il 97%, mentre nella zona orientale erano l’85% . Tuttavia, in seguito, diverse ragioni indussero il popolo pakistano orientale a voler lottare per la propria Indipendenza.
Tra il 1948 e il 1960, il Pakistan orientale realizzava il 70% delle esportazioni pakistane e, per questo lavoro, riceveva solo il 25% del denaro importato. Nel 1948, il Pakistan orientale aveva 11 fabbriche di tessuti mentre l’Occidente ne possedeva soltanto 9. Nel 1971, il numero di fabbriche di tessuti nel Pakistan occidentale è cresciuto a 150 mentre nella zona orientale è sceso a 26, trasferendo così circa 2,6 miliardi di dollari di risorse dal Pakistan orientale a quello occidentale.
Sebbene il Pakistan orientale avesse la popolazione più numerosa tra tutte province, aveva molto meno potere politico rispetto al Pakistan occidentale. Questa ragione, insieme alla discriminazione economica e all’abuso di potere del governo centrale nei confronti della zone est, fece ribellare il popolo del Pakistan orientale e lo spinse a lottare per la propria Indipendenza. Sheikh Mujibur Rahman, il leader della Lega Awami nel Pakistan orientale, chiese esplicitamente più poteri economici e politici al governo centrale pakistano della zona ovest. Inizialmente, per reprimere i disordini nel Pakistan orientale, il governo pakistano inviò delle truppe nella zona. Scelta che scatenò un vero e proprio massacro e diede inizio alla guerra di Indipendenza del Bangladesh, portando alla scissione tra il Pakistan orientale ed occidentale.
Un’altra causa che portò alla scissione tra i due paese, forse meno conosciuta ma per questo non meno importante, è il Ciclone Bhola. Un ciclone devastante che colpì il Pakistan orientale nel 1970. Ci furono circa 500.000 vittime ed infrastrutture, trasporti e altri servizi sono stati irrimediabilmente danneggiati. Il Ciclone Bhola causò grande shock e profonda depressione tra il popolo pakistano orientale, privando moltissime persone della loro abitazione. Il governo non fornì abbastanza aiuto e conforto alla popolazione bengalese, che si sentì abbandonata dal proprio paese. Le condizioni estremamente miserabili causate dal ciclone peggiorarono ulteriormente i rapporti con il Pakistan Occidentale.
L’Urdu: lingua ufficiale del Pakistan

Anche il dibattito sulla lingua nazionale creava enormi tensioni tra il Pakistan orientale e il Pakistan occidentale.
Nel 1948 Mohammad Ali Jinnah proclamò l’urdu come la lingua ufficiale del Pakistan. Solo il 2,3% ovvero i Muhajir in Occidente e i Bihari in Oriente parlavano urdu, mentre la maggior parte dei pakistani occidentali parlava punjabi e sindhi. Il 54% dei pakistani orientali, invece, parlavano la lingua bangla.
La leadership della Lega musulmana del Pakistan occidentale considerava l’urdu come un simbolo di integrazione nazionale, ma la decisione di Mohammad Ali Jinnah non fu ben accettata nel Pakistan orientale. Insieme alla lotta per l’Indipendenza, si avviò una campagna parallela, che si concentrava sul riconoscimento della lingua bangla come lingua nazionale. Il governo cercò di reprimere questo movimento e il 21 febbraio del 1952, durante una feroce protesta, sette studenti bengalesi furono uccisi. Ogni anno, il 21 febbraio, Giornata internazionale della lingua madre dalle Nazioni Unite, si celebra la lingua bengalese.
Mi chiamo Tonne Teresa Cruze e sono nata a Dhaka in Bangladesh il 9 settembre 1997. Sono una studentessa del corso di laurea triennale Lingue e Culture Comparate all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Le mie lingue di studio sono inglese e cinese. Ho voluto svolgere il mio tirocinio presso l’associazione Sakshi perché come loro anch’io vorrei far luce e dar voce alla cultura dell’India, del Bangladesh e dei suoi paesi confinanti.