Gli induisti celebrano numerose festività religiose e culturali durante l’anno, tra cui Holi, una delle festività più importanti e conosciute. Anche per chi non è esperto della cultura indiana, Holi rimane impressa nella memoria come un’esplosione di colori, musica, danza, esuberanza e gioia.
Tuttavia, questa festività rappresenta molto di più: come molte altre celebrazioni indiane, Holi è accompagnata da numerosi miti, mitologie, riferimenti a divinità, demoni e storie di conflitti in cui il bene trionfa sul male.
La storia più legata ad Holi è quella di Holika, una demonessa brutta e cattiva con il potere di cambiare aspetto per cui è stata nominata la festa.
Tanto tempo fa, sulla terra, nacquero tre esseri: due fratelli e una sorella, ognuno con la propria storia. Il fratello maggiore divenne un grande e potente re, ma anche arrogante e desideroso di immortalità. Dopo tanti sacrifici e penitenze, il dio Brahma stesso gli fece il dono dell’immortalità, ma, come sappiamo, le divinità sono scaltre e lasciò un piccolo ammonimento nel caso servisse. Hiranyakashipu (il re) non poteva essere ucciso da nessuna creazione di Brahma; non poteva essere ucciso con l’arma, né di giorno, né di notte, né sulla terra, né su cielo, né da esseri umani, né da bestie, né dai dei, né dai demoni.
Sicuro della sua invincibilità, il re iniziò a spargere terrore sulla terra. Distrusse gli idoli nei templi scambiandoli con la propria scultura e istruì il popolo che l’unico dio al quale poteva propiziare era lui stesso, iniziando a maltrattare tutto e tutti. Il suo regno di terrore arrivò a un punto tale che la terra si lamentò con i dei che lei non poteva più sostenere il peso del male.
Negli anni nacque un bellissimo bambino nella casa del re. Il re lo nominò ‘Prahlad’ o ‘la gioia pura’. Attende con ansia che il bambino dicesse la sua prima parola e poi gli chiese: “Figlio mio, chi è il Signore di tutte le terre?”. Il bambino rispose sorridendo: “Il Signore Vishnu”. Il re, sconcertato ma non arrabbiato, cercò di far comprendere al bambino che il dio era lui, non il Signore Vishnu, ma il bambino era ostinato. Passarono gli anni e il re provò in tutti i modi senza risultati e, con il tempo, iniziò ad arrabbiarsi e decise finalmente di ammazzare il bambino.
Tutti i suoi tentativi fallirono e si rivolse alla sorella, la magnifica Holika, che aveva il dono di non bruciarsi. Lei prese Prahlad con inganno in grembo e salì su una pira pensando di bruciare vivo il bambino, ma il rogo invece bruciò Holika e il bambino uscì illeso.

La prima parte di Holi, la notte prima della festa attuale, è Holika Dahan, dove gruppi di persone creano un falò gigante che simboleggia la sconfitta della demonessa Holika e la vittoria della forza del bene sui piani del re cattivo. Vedendo il figlio intatto e sentendo le urla della amata sorella, il re uscì fuori di sé dalla rabbia e, chiedendo di mostrare il suo dio Vishnu, calciò una colonna di marmo.
La colonna si spezzò e uscì fuori una creatura enorme, metà leone e metà uomo, al tramonto (quindi non era né giorno né notte). Questa creatura si chiama il Narasimh Avtār. È una delle dieci manifestazioni di Signore Vishnu perciò non una creatura messa al mondo da Brahma. Sospendendo il re sulla coscia, gli strappò la pancia con le unghie ammazzandolo e così furono soddisfatte tutte le condizioni del dono di Brahma.
La terra felice si è fiorita in una profusione di colori. Gli umani, i dei e persino i demoni festeggiarono buttando acqua e colori su tutto, inebriati dalla gioia, cantando, ballando e bevendo bevande a base di latte, mandorle, spezie e foglie di marijuana e thandai (il bhang). La morte del re è stata quindi vista come il male e la cattiveria sulla terra, e fu celebrata con la condivisione di dolci di tutti i tipi e tutti vissero felici e contenti (almeno per un secolo).
Oggi, Holi è festeggiata esattamente in questa maniera. C’è la grande festa di Holika Dahan la notte prima, dove tutti i bambini non vedono l’ora di tornare a casa per riempire palloni con acqua colorata, che è custodita con cura fino alla mattina prossima. C’è chi dorme con i palloni. Viene fatto un grosso investimento in un assortimento di polveri di tutti i colori conosciuti, e fino al tardo pomeriggio è pericoloso uscire in strada a meno che non si voglia bagnarsi e diventare fradici e ubriachi, ballando con sconosciuti nelle strade piene di festività. I dolci tipici dell’Holi sono le gujiya, puranpoli e i laddoo. Auguriamo a tutti un felice Holi!
Una Raccolta di Immagini della celebrazione di Holi in diverse parti del Paese