Subhas Chandra Bose, al centro nella lotta all’Indipendenza

Subhas Chandra Bose
Fonte: Wikipedia

Subhas Chandra Bose è stato un politico e militare indiano nato a fine ottocento a Cuttack. Egli è considerato una figura centrale della lotta per l’indipendenza dell’India. Fu il presidente e capo politico durante la seconda guerra mondiale di un governo filo-giapponese alleato dell’Asse.

È stato un contemporaneo di Gandhi, schierandosi alle volte come un suo alleato, altre come un rivale. Era molto conosciuto per il suo approccio attivista per l’indipendenza e per la sua predilezione per le politiche socialiste.

Bose studiò inizialmente al Presidency College, situato a Calcutta, finché non venne espulso nel 1916, accusato di praticare attività nazionaliste. In seguito, venne mandato dai genitori in Inghilterra affinché si preparasse adeguatamente per il Servizio Civile Indiano. Quando nel 1921 venne a conoscenza dei tumulti nazionalisti in India, rassegnò le dimissioni al servizio civile e tornò di corsa nel suo paese. Bose venne supportato sia economicamente che emotivamente dal fratello maggiore Sarat Chandra Bose.

Bose si unì al movimento di non-cooperazione avviato da Gandhi, il quale gli consigliò di lavorare per Chitta Ranjan Das, una politica nella regione del Bengal.

Lì, Bose ebbe l’opportunità di diventare un educatore, un giornalista e comandante del Congresso dei volontari del Bengal. Tutte queste attività però, lo portarono all’incarcerazione nel dicembre del 1921.

Successivamente Bose venne deportato in Myanmar poiché sospettato di avere connessioni con movimenti rivoluzionari segreti e venne rilasciato solo nel 1927.

Poco dopo, insieme a Jawaharlal Nehru divenne segretario generale del Congresso Nazionale Indiano, rappresentando l’ala sinistra del partito più attivista e contrapposta alla più compromettente ala destra della fazione gandhiana.

Pur di sconfiggere i britannici, Bose decise di intraprendere una lotta militante, scegliendo di allearsi nel 1941 con la Germania nazista di Hitler, con l’Italia fascista di Mussolini e con l’imperialismo giapponese, nonostante condividesse l’impegno per l’indipendenza con Gandhi.

Gandhi e Bose al Congresso Nazionale Indiano nel 1938
Fonte: studistorici.com

Quando le ribellioni civili iniziarono nei primi anni ‘30 del novecento, Bose era già di nuovo un detenuto ma nonostante ciò venne eletto sindaco di Calcutta. Gli venne finalmente consentito di andare in Europa dopo aver contratto la tubercolosi, venendo quindi rilasciato dalle carceri per motivi di salute. In esilio e ancora malato, Bose scrisse “The Indian Struggle”. Nel 1936 fece ritorno dall’Europa venendo però rilasciato a tutti gli effetti solo un anno dopo.

Nel luglio del 1943 assunse il controllo del Movimento Indiano per l’Indipendenza nell’Asia Orientale, con l’obiettivo di costituire un esercito di circa 40 mila truppe nelle zone controllate dai giapponesi. Qualche mese dopo annunciò infatti la nascita dell’Esercito Nazionale Indiano, affiliato appunto all’Impero giapponese. Tuttavia, qualche giorno dopo la dichiarata resa del Giappone nell’Agosto del ’45, Bose fuggì, morendo in circostanze misteriose in un ospedale giapponese di Taiwan.

Subhas Chandraa Bose in veste di leader dell’Esercito Nazionale Indiano
Fonte: Encyclopedia Britannica

In Asia il Governo Provvisorio dell’India Libera guidato da Chandra Bose e sostenuto dalle Potenze dell’Asse non cambiò le sorti del secondo conflitto mondiale, né il destino dell’India, ma lasciò un segno indelebile nella storia del subcontinente indiano.

Ad oggi Bose è considerato un eroe nazionale, come testimoniano le statue a lui dedicate a Kalkata e in tutta l’India.

+ posts