India e USA: Nuova sfida per la Cina nell’Indo Pacifico

Il Ministro della Difesa indiano Rajnath Singh accompagna il Segretario alla Difesa Dr. Mark T. Esper ai colloqui presso il Ministero della Difesa di Nuova Delhi, 26 ottobre 2020.
Fonte: Jim Garamone, DOD

L’India, con un nuovo accordo con gli Stati Uniti a pochi giorni dalle elezioni presidenziali, dà inizio ad una vera e propria offensiva congiunta contro la Cina. L’alleanza “quad” comprende gli USA, l’India, il Giappone e l’Australia, sfidando la Cina nelle acque dell’Indo-Pacifico.

Durante il suo primo mandato, Modi ha abbracciato una nuova dottrina nel campo degli affari esteri del Sud Asia. L’India è tornata ad essere molto impegnata in Afghanistan, ha aumentato i suoi sforzi per riconquistare il potere in Sri Lanka, dove i rapporti erano recentemente sfuggiti di mano. I fratelli Rajapaksha sono tornati al potere in Sri Lanka ma ora sono molto più sensibili alle esigenze indiane rispetto al passato, ciò è stato dimostrato dalla prima visita a Nuova Delhi del Presidente Rajapaksa dopo la sua vittoria. 

La vera preoccupazione di Modi è l’alleanza tra Cina-Pakistan-Turchia che, con il tacito appoggio degli antichi alleati indiani, Iran e Qatar, finanzia numerosi gruppi jihadisti in India, il terzo paese musulmano più popoloso al mondo con più di 130 milioni di musulmani. Secondo le fonti dell’intelligence indiano, la Turchia è il secondo più grande sponsor del terrorismo in India dopo il Pakistan.

Ora l’India si sente circondata, anche a causa dei problemi con il Nepal riguardo le frontiere tra i due paesi, mai esistite in passato. Il partito comunista al potere in Nepal è filo cinese. La Cina e il Pakistan stanno completando le autostrade in Gilgit Baltistan collegando il Kashmir, occupato dal Pakistan, con Lçadakh, controllato dalla Cina, creando così un’unica strada che porta dalla Cina ad Islamabad. Nei recenti scontri tra India e Cina sulla frontiera, è stato dimostrato come le forze armate cinesi si stiano coordinando con gruppi terroristici sponsorizzati dal Pakistan nel Kashmir indiano. L’interferenza cinese è solo aumentata dopo il COVID-19, che cerca di circondare l’India con i suoi vicini e fedeli alleati. La lunga frontiera a nord dell’India si trova in conflitto soprattutto con la Cina, aiutata da due alleati NATO, il Pakistan e la Turchia. 

In questa situazione invece di sentirsi in trappola Modi ha reagito con una mossa assai aggressiva. A settembre ha creato una nuova divisione dentro il Ministero degli Affari Esteri, l’Oceania Division, che copre tutto il territorio Indo-Pacifico, il Sud-Est Asiatico, le Isole del Pacifico e tutti i paesi dalla Thailandia all’Australia, zona dove la Cina ha conflitti marittimi con quasi ogni stato. La capa della nuova unità è l’Ambasciatrice Reenat Sandhu, che fino ad Agosto ha ricoperto il ruolo di Ambasciatrice dell’India a Roma. L’Ambasciatrice Sandhu è una diplomatica molto capace, che ha gestito i delicati rapporti tra Italia e India, sotto tensione da anni per il caso marò. Tutta questa riorganizzazione è terminata pochi giorni prima della riunione dei paesi “Quad” (USA, India, Giappone e Australia) in ottobre. 

La visita del Segretario americano di Stato Pompeo in India e l’annuncio della firma del Basic Exchange and Cooperation Agreement (BECA) completano la troika degli accordi militari firmati dai due paesi, con lo scopo di contrastare la Cina nelle acque dell’Indo-pacifico. La BECA mette dati satellitari USA a disposizione delle forze navali ed aeree indiane, concessione che aiuterà l’India ad identificare le costruzioni, le navi e le strutture militari cinesi sulle isole pacifiche.

Gli accordi sono mirati ad operazioni di contrasto dell’egemonia cinese nella zona dell’Indo-Pacifico. Alcuni già firmati in passato sono The Logistics Exchange Memorandum of Agreement (LEMOA) del 2016 che permette alle forze navali di entrambi paesi di usare le basi, logistica e rifornimento dell’altro e The Communications Compatibility and Security Agreement (COMCASA) del 2018 che fornisce all’India la tecnologia criptata compatibile con i sistemi di comunicazione militari americani, permettendo alle navi e agli aerei dei paesi di comunicare tra di loro direttamente. Per placare gli animi, il capo dei servizi segreti Indiani R&AW, Goel ha visitato il Nepal ed ha incontrato il Premier Oli, che l’ha ricevuto nonostante le critiche del suo partito. La visita di Goel avviene pochi giorni prima della visita del Capo di Stato Maggiore Indiano Gen. Naravane a Katmandu in novembre.

Ora con il BECA i 2+2 (USA, India, Giappone e Australia) si mettono insieme per colpire dove la Cina detiene il potere assoluto, il mare cinese e il Pacifico. Gli USA, con l’accordo tra Emirati Arabi e Israele, sono riusciti a creare un’alleanza per controllare la via della seta sognata dalla Cina con la quale potrà portare truppe e armi via terra dalle sue frontiere in Turchia. Questa alleanza sfida la strategia marittima della “stringa di perle” messa in atto dal Presidente Xi che troverà un importante appoggio nelle acque dell’Indo-Pacifico da piccoli paesi oramai stanchi del bullismo cinese. 

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Vas Shenoy è un studioso di rapporti Europa-India. Durante gli ultimi 22 anni della sua carriera ha lavorato per la gestione di aziende e progetti nei campi della tecnologia informatica, dell’energia rinnovabile e della cooperazione e sviluppo in più di oltre trenta paesi in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia collaborando con governi, la Banca Mondiale e enti ONU. Vas è il Presidente dell'Associazione Sākshi e della Glocal Cities ONLUS.