Che cos’è e come è fatto il Sitar

State pensando di fare un viaggio in India, magari quando i tempi saranno migliori? Il Covid-19 ha bloccato qualsivoglia tipo di piano vacanze per questo 2020, ma se c’è una cosa che il virus non può fermare è la musica. Tutti i paesi del mondo posseggono una storia musicale non indifferente, capace di superare le barriere linguistiche e farsi comprendere ad ogni persona sul pianeta. L’India non fa eccezione, e negli ultimi tempi la musica indiana sta spopolando sempre di più. Ma conoscete un grande rappresentante della musica indiana?

Un sitar indiano
Fonte: Wikipedia

Il Sitar è uno strumento musicale tipico della musica classica indiana, nonché lo strumento indiano più conosciuto in Occidente. Molto comunemente, infatti (e anche erroneamente) viene chiamato chitarra indiana, ma, a voler esser pignoli, è più simile ad un liuto; viene inserito in vari manuali di strumenti musicali nella categoria dei liuti a manico largo. Il suo nome deriva probabilmente dal persiano seh-tar, che significa letteralmente “tre corde”. Dunque si tratta di uno strumento a corde, divise in sette superiori ed undici inferiori; tre di queste vengono utilizzate per comporre una melodia, mentre le altre vengono usate per produrre un tipo di accompagnamento. Interessante è invece il modo in cui è fatta la cassa armonica, composta da una zucca tagliata a metà coperta da un sottile strato di legno.

In India esistono diverse varianti dello strumento, che sono le seguenti:

  • Kaccapi vina, fatta con una zucca come cassa di risonanza e sei corde;
  • Kinnari vina, fatta con un uovo di struzzo come cassa di risonanza;
  • Prasarini vina, che hanno un manico ed una tastiera a lato;
  • Kaca vina, con una tastiera.

Celebri suonatori di Sitar

In un’epoca come quella degli anni settanta, ci fu un progressivo aumento di interesse verso la filosofia orientale e all’oriente in generale (si ricordi il movimento hippie).

George Harrison e Ravi Shankar
Fonte: ilSole24Ore

Questo interesse si tradusse con la scoperta del sitar da parte di George Harrison dei Beatles, grazie alla sua amicizia con Ravi Shankar, probabilmente il musicista di sitar più conosciuto in Occidente, che fu anche suo maestro. Harrison lo impiegò nella celebre canzone Norwegian Wood. Sono parecchi i musicisti che oggi impiegano il sitar nelle loro canzoni, o che l’hanno impiegato in passato; tra questi figurano Brian Jones dei Rolling Stones, Steve Howe degli Yes, Gem Archer degli Oasis. In Italia la passione per questo strumento si limita ancora ad una cerchia ristretta di amatori, com’è possibile notare su youtube.

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Mi chiamo Giuseppe Balbi e sono uno studente al terzo anno del corso di laurea triennale in Lingue e culture comparate, presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Le lingue nelle quali mi sto specializzando sono Inglese e Giapponese, con una tesi di laurea su Yukio Mishima. Mi è sempre piaciuta l'idea di scrivere online!